Come produttori di profumi conto terzi (profumi private label) , spesso ci troviamo a confrontarci con l'olfatto e più precisamente con la memoria olfattiva, il senso che maggiormente incide sul nostro inconscio.

Malgrado vista, udito e tatto siano i sensi che in modo più marcato impattano con la nostra vita quotidiana, niente resiste più a lungo nel tempo come un odore impresso nella memoria.





Rivivere un'esperienza dopo aver annusato un odore che quasi credevamo di aver dimenticato, è un fenomeno chiamato 'Sindrome di Proust' : l'origine di questa definizione deriva dal libro di Marcel Proust 'Alla ricerca del tempo perduto' , dove il protagonista ormai adulto, assaporato un particolare tipo di biscotto detto Madeleine, sprofonda nel passato riportando alla memoria eventi di una fanciullezza ormai lontana.

Fin dai primi anni di vita il sistema olfattivo, stimolato dagli impulsi odorosi, elabora un dettagliatissimo database nel quale cataloga tutti gli odori , gradevoli e non, con i quali entra in contatto.

L'area del cervello collegata con questa esperienza è denominata 'sistema limbico' , direttamente connesso alle nostre emozioni (amigdala) e alla nostra memoria (ippocampo).

Uno studio americano della Rockefeller University di New York ha valutato che le persone riescono a ricordare il 35% di quanto annusano, il 5% di ciò che vedono, il 2% di ciò che sentono e solo l'1% di ciò che toccano.

Superfluo dire quanto il marketing sfrutti ovviamente questo fattore: un profumo apre un'enorme serie di cassetti mentali dai quali estrapolare esperienze di vita passate, ricordi, sensazioni, sentimenti, eventi che pensavamo ormai sopiti.




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